Riporto di seguito, integralmente ed in modo anonimo, un articolo pubblicato su un sito internet dedicato alle mamme. Lo riporto con la finalità di evidenziare quanto, ciò che viene divulgato con disinvoltura e superficialità su molti circuiti mediatici sia spesso, in realtà, autentica disinformazione. Con l’etichetta di naturale si mistificano realtà e concetti non solo falsi, ma spesso anche pericolosi per la salute. Gli scopi sono molteplici e spesso di carattere corporativo o a sostegno di ideologie, false necessità, spesso inutili e costose, oltre che potenzialmente rischiose (d’altra parte nel Bel Paese siamo maestri nell’inventarci enti, associazioni, o altro, che hanno solo lo scopo di sottrarre risorse pubbliche per mantenere nicchie di privilegi).
In estrema sintesi, l’articolo riporta una falsa realtà e stimola false credenze. I non addetti ai lavori cadono spesso in queste trappole e sono spesso vittime di simili venditori di fumo che, nel nome del naturale, propongono in malafede le più varie forme di utopia. Se dovete partorire, rivolgetevi al vostro ginecologo (cercando semmai di selezionare un buon professionista), chiedetegli quello di cui avete bisogno ed affidatevi a lui con fiducia (lui sa quello che è meglio per voi!).
Ricordate sempre che anche il cianuro, la stricnina, il veleno di serpente e molto altro, sono tutti ottimi prodotti naturali, per non parlare poi di quanto era alta la mortalità negli anni in cui il parto era veramente naturale!
Articolo:
Il parto naturale non è solo la scelta di future mamme legate alle discipline zen, non dobbiamo dimenticare che questo tipo di parto si chiama appunto naturale perchè il 90% della popolazione sulla terra è nata tra le mura domestiche, e non solo in paesi del Terzo Mondo. Per esempio in Olanda, il 33% delle donne sceglie questo tipo di parto seguita da un’ostetrica. In Italia invece solo lo 0,17 dei bambini nascono così a causa di una dilagante cultura della medicalizzazione.
E’ infatti stimato che la presenza delle ostetriche al momento del parto riduce le dosi di anestetici e antidolorifici e fa calare il numero di interventi chirurgici e di cesarei. Molte donne si agitano di più alla presenza di medici (la cosiddetta ‘ipertensione da camice bianco”) e anche questa ansia fa aumentare il numero dei cesarei.
Col passare del tempo si è diffusa la credenza che, senza aiuti esterni, il corpo della donna non funzioni a dovere per travagliare nel giusto modo. E’ ovvio che partorire fa male e nessuno lo può negare, ma i dolori del parto non sono fini a sè stessi come può esserlo un mal di denti o un’emicrania, sono dolori che portano alla creazione di qualcosa di stupendo, sono dolori finalizzati alla nascita del proprio figlio, e più si accettano come parte integrante di questo iter, più diminuisce il rischio di interventi chirurgici.
Se la partoriente fosse più consapevole del suo corpo e della sua immensa forza, saprebbe che quello stesso corpo è in grado, da solo, di produrre quegli ormoni che favoriscono il buon travaglio, ovvero le prostaglandine che ammorbidiscono la cervice dell’utero e l’ossitocina che provoca le contrazioni, oltre alle endorfine, vera manna contro i dolori. Tempo fa il ministro Livia Turco aveva proposta la possibilità di ‘epidurale per tutte’ ma esistono anche metodi naturali che mirano a farsi guidare dal dolore e non a sopraffarlo: ipnosi, idropuntura, parto in acqua, sono solo alcune delle possibilità sulle quali la partoriente deve informarsi.