La ritenzione idrica è la tendenza a trattenere i liquidi. Quando la ritenzione si focalizza nella parte superiore del corpo, può presentarsi con un gonfiore al viso e sotto gli occhi (le cosiddette “borse”), ma anche alle braccia e alle mani. Se si manifesta nella parte centrale, le aree colpite sono quelle dell’addome, dei fianchi e dei glutei.
La zona inferiore del corpo è la più colpita a causa della forza di gravità. In questo caso la ritenzione si estende alle gambe, alle ginocchia e alle caviglie, fino ai piedi. Spesso alla ritenzione idrica si accompagna un altro fenomeno altrettanto importante: la cellulite. Quest’ultima è un’alterazione dei tessuti sottocutanei che provoca un accumulo di liquidi e tossine tra una cellula e l’altra determina un inestetismo cutaneo visibile all’esterno, la cosiddetta “pelle a buccia d’arancia”.
Nella ritenzione idrica si verifica anche uno squilibrio tra la quantità di potassio presente all’interno delle cellule e quella di sodio, contenuta nella parte esterna; quando il sodio aumenta e viene meno questo equilibrio, l’organismo è indotto a trattenere più acqua per diluire fluidi e tossine.
L’accumulo di liquidi in eccesso nello spazio interstiziale dei tessuti genera un rigonfiamento anomalo, chiamato edema, che costituisce il sintomo principale della ritenzione idrica. L’edema è un fenomeno legato ad un cattivo funzionamento del sistema linfatico e venoso che provoca un ristagno di liquidi e di tossine, tale da alterare il metabolismo cellulare.
La ritenzione idrica è considerata erroneamente causa di sovrappeso e questa sopravvalutazione dei suoi effetti ha generato, da sempre, grande confusione. In realtà, oltre a provocare pesantezza e dolore agli arti, può in alcuni casi comportare un aumento di peso (fino a 5 kg).
Il disturbo può essere suddiviso in diverse tipologie in base alla sua causa scatenante:
– Ritenzione idrica primaria (o circolatoria): deriva dal malfunzionamento del sistema venoso e linfatico; la scarsa tonicità delle vene legata alla ridotta capacità delle pareti, produce un ristagno di sangue. Il fenomeno della stasi venosa, caratterizzata da edemi, gonfiore, dolore, senso di pesantezza, crampi e discromie cutanee. La stasi venosa si concentra principalmente sugli arti inferiori e sulle caviglie.
– Ritenzione idrica secondaria: è causata da patologie specifiche, spesso gravi, che interessano reni, cuore, apparato urinario e sistema linfatico. Le malattie associate a ritenzione idrica sono l’insufficienza renale e cardiaca, l’ipertensione, le patologie della vescica e del fegato, il linfedema (anomalo accumulo di linfa causato da uno squilibrio del sistema linfatico).
– Ritenzione idrica dovuta ai farmaci: si verifica in seguito all’uso massiccio e prolungato di alcuni farmaci. Le classi responsabili dello sviluppo del sintomo sono gli antinfiammatori, i cortisonici, i contraccettivi e la terapia ormonale sostitutiva, utilizzata in menopausa.
– Ritenzione idrica alimentare: è causata da un’alimentazione scorretta e da uno stile di vita poco sano, caratterizzato da scarsa o nulla attività fisica, condizioni croniche di ansia e stress. Anche se il sovrappeso spesso coesiste con la ritenzione idrica, seguire una dieta ipocalorica troppo rigida può aggravare il disturbo, invece di migliorarlo. Infatti, nei regimi alimentari ipocalorici scarseggia la quantità di proteine, che è invece necessaria per prevenire la ritenzione idrica.
Altre cause scatenanti possono essere:
– L’ipotiroidismo: in questa patologia tiroidea è presente un rallentamento del metabolismo, con conseguente aumento di peso non giustificato dall’alimentazione e tendenza a trattenere i liquidi.
– Le intolleranze alimentari: introducendo gli alimenti non tollerati si producono tossine che richiamano acqua per essere diluite, causando gonfiore nei tessuti.
– Gravidanza e allattamento: durante il periodo di gestazione la ritenzione idrica è causata, oltre che dai cambiamenti ormonali, dalla compressione delle vene sull’addome generata dal peso del bambino; Nella fase di allattamento, invece, la ritenzione idrica si manifesta perché la prolattina, ormone prodotto dall’ipofisi per stimolare la produzione di latte, tende a far trattenere liquidi.
– Periodo ovulatorio e premestruale: nella fase ovulatoria e in quella che precede le mestruazioni, si verifica una ritenzione idrica accentuata e un lieve aumento di peso. Questa variazione deriva da uno squilibrio nella concentrazione degli ormoni che si verificano durante il ciclo.
– Menopausa: come avviene nel ciclo mestruale, in questa condizione la ritenzione idrica è legata a fattori ormonali.
– La ritenzione idrica può manifestarsi sotto forma di gonfiori anche in seguito ad interventi chirurgici:
Molti altri fattori che rientrano nello stile di vita del soggetto, come un eccessivo consumo di alcolici e di caffè, o altro ancora, possono determinare o peggiorare la ritenzione idrica. Anche i cambiamenti climatici hanno la loro importanza: un aggravamento della ritenzione, infatti, si verifica in primavera e in estate, quando sopraggiunge il caldo.
Ritenzione idrica e alimentazione
Nella gestione e cura della ritenzione idrica, la dieta, intesa come un sano regime alimentare, assume un ruolo fondamentale. La prima cosa che viene consigliata a chi soffre di questo disturbo, è di ridurre il sale e i cibi contenenti sodio in grande quantità come gli insaccati, i prodotti pronti e quelli industriali, dadi, la margarina, i sottaceti, le olive in salamoia, la pizza, il pane molto salato, i formaggi.
Per eliminare i liquidi in eccesso, oltre ad agire sulle eventuali cause, è fondamentale seguire una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura, moderare il consumo di zuccheri e farinacei raffinati e svolgere una regolare attività fisica.
Lettura psicosomatica della ritenzione idrica
Il “trattenere” a livello psicologico emozioni, pensieri negativi, la tendenza a fare determinate cose, si traduce in una reazione fisica che modifica la frequenza cardiaca e respiratoria, rallenta la circolazione, crea infiammazione nei vasi sanguigni, fino a coinvolgere il sistema di drenaggio del corpo.
Un altro aspetto molto importante da considerare nell’approccio alla ritenzione idrica (come in tutte le patologie) è il ruolo dello stress. Gli stati di forte tensione e ansia agiscono sull’apparato immunitario e su quello endocrino grazie all’aumento della produzione di cortisolo, ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Comunemente chiamato “l’ormone dello stress”, il cortisolo aumenta la ritenzione idrica e indebolisce le difese immunitarie.
Il simbolismo racchiuso nel disturbo aiuta a comprendere quanto sia importante indagare sul vissuto emotivo del soggetto nel quale la ritenzione idrica non è solo l’espressione di un fastidioso inestetismo, ma la traccia organica di emozioni negative, problemi relazionali, stati d’ansia acuti, sensazione di essere in trappola e di non poter cambiare alcuni aspetti dell’esistenza. Modificare lo stile di vita non significa solo alimentarsi in modo sano, consumare regolarmente acqua e fare movimento, è imparare a gestire gli stati emotivi, elaborare i propri vissuti e abbassare il più possibile la soglia dello stress quotidiano.
Curare le gambe gonfie, la cellulite e l’insufficienza venosa con la mesoterapia omeopatica
Una delle più brillanti e salutari modalità per trattare il gonfiore alle gambe, associato o meno alla presenza di cellulite l’applicazione di prodotti omeopatici/omotossicologici sulle zone da trattare. La procedura prevede una decina di sedute settimanali, dove il medico infiltra ,con piccolissimi aghi della lunghezza di 4 mm, sia specifici punti di agopuntura sia punti locali con un cocktail omeopatico-omotossicologico personalizzato, a seconda delle necessità specifiche del caso.
I risultati, oltre che privi di effetti collaterali, sono estremamente interessanti.