I pericoli del pesce

La concentrazione di metil-mercurio nei pesci di uso comune è in aumento. Due sono le principali cause:

  • la pesca industriale con la distruzione degli ecosistemi;
  • l’effetto serra, che fa aumentare la temperatura delle acque.

Queste sono le conclusioni di uno studio di alcuni ricercatori dell’università di Harvard pubblicato su Nature pochi mesi fa. Il metil-mercurio è un potente neurotossico che causa deficit neurocognitivi nei bambini e nell’età adulta. Questo inquinante si trova nelle acque, ma nei pesci la concentrazione arriva a essere un milione di volte maggiore. Per saperne di più, esaminiamo più nel dettaglio i risultati ottenuti dai ricercatori di Harvard.

  • L’assunzione di metil-mercurio deriva per l’82% dal consumo di pesce (per il 40% dal tonno, fresco o in scatola). Altri pesci con alti quantitativi sono il merluzzo e il pesce spada. L’80% del mercurio inorganico emesso da fonti naturali e soprattutto dall’attività umana, viene depositato negli oceani, dove viene convertito in metil-mercurio da alcuni microrganismi e si deposita nelle alghe.
  • Nei pesci predatori, cioè pesci che si nutrono di altri pesci e non di alghe, le concentrazioni di metil-mercurio sono amplificate di un milione di volte per il fenomeno del “bioaccumulo”: gli inquinanti si concentrano nei tessuti degli animali che stanno più in alto nella catena alimentare. I pesci mangiano le alghe ricche di metil-mercurio e sono poi mangiati da altri pesci, che ne assumono così una dose molto più alta, che così si accumula nel tempo: l’accumulo aumenta in maniera esponenziale. Questo accade, oltre che per il metil-mercurio, anche per PCB, metalli pesanti, microplastiche e altre sostanze dannose.
  • Le concentrazioni di metil-mercurio nell’organismo dei pesci sono aumentate negli ultimi 30 anni a causa della pesca estrema. Con la pesca estrema alcune specie marine sono scomparse o quasi, quindi i pesci predatori, che di esse si nutrivano, sono stati costretti a cambiare dieta. Alcuni hanno iniziato a nutrirsi di altri predatori,con livelli di metil-mercurio già molto alti, ma ad ogni anello della catena alimentare gli inquinanti si concentrano sempre di più e aumentano esponenzialmente.
  • Inoltre, a causa dell’aumento della temperatura dei mari dovuta all’effetto serra, il metabolismo dei pesci accelera, spendono più energia e mangiano di più, incrementando così l’accumulo. Il risultato è che la concentrazione di metil-mercurio nel merluzzo atlantico è aumentata del 23% in 30 anni (tra gli anni ’70 e gli anni 2000) e si stima che l’aumento nel tonno rosso atlantico sia del 56%.

La morale è quella del conoscere cosa si sta mangiando e dello sfatare l’idea del consumo di pesce come pratica di buona salute. Gli omega-3 si possono facilmente ottenereda latre fonti come noci, semi di chia, semi e olio di lino. Conoscendo il problema le persone potranno gestire meglio la propria alimentazione, anche in base alle proprie conoscenze e opinioni.

Fonte:

Schartup, A.T., Thackray, C.P., Qureshi, A. et al. Climate change and overfishing increase neurotoxicant in marine predators. Nature 572, 648–650 (2019) doi:10.1038/s41586-019-1468-9

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